Quanto tempo ci vuole prima che la pratica della meditazione abbia effetto? e come misuro i progressi?

Il progresso nella meditazione

Può sorgere spontaneo chiedersi in che modo possiamo misurare i progressi nella nostra pratica di meditazione, o quanto tempo ci voglia per sperimentare i benefici più profondi.

Non è affatto sbagliato porsi queste domande, considerato che è una pratica che richiede tempo e dedizione.

I primi effetti

I primi effetti della pratica tendono a manifestarsi rapidamente. Se dedichiamo ogni giorno 20, 30 o 60 minuti alla meditazione, potremmo iniziare a notare qualche beneficio già nel giro di poche settimane.

Probabilmente agli inizi non avremo ancora intuizioni profonde sulla natura della nostra esperienza, ma potremmo accorgerci di reagire meno a situazioni che in passato ci causavano, anche solo in modo lieve, sofferenza.

Con il tempo, questo processo diventa un crescendo: le reazioni mentali si riducono gradualmente e la nostra mente tende a trovare una maggiore calma.

Non è un processo lineare

È però importante comprendere che questo non è un processo lineare: non siamo macchine, né la nostra mente vive isolata dal contesto che ci circonda.

Immaginiamo di valutare il progresso in termini di calma mentale: riesco a mantenere calma ed equanimità in un numero sempre maggiore di situazioni?

Aspettativa di progresso lineare

Se ci aspettiamo che il nostro progresso segua un andamento come quello mostrato nell’immagine qui sopra (una linea che sale costantemente verso l’alto), rischiamo di rimanere delusi molto presto.

È vero che, con il tempo, impariamo gradualmente a non reagire impulsivamente agli eventi, scegliendo invece risposte più equilibrate. Tuttavia, è altrettanto vero che non possiamo separare la nostra mente dal contesto in cui viviamo.

Se questa settimana ci attendono interazioni particolarmente difficili, una scadenza importante o un imprevisto che sconvolge i nostri piani, sarebbe irrealistico pensare di mantenere la stessa calma che potremmo avere in una settimana tranquilla, in cui tutto scorre “nella norma”.

È lo stesso motivo per cui, durante la meditazione, cerchiamo un ambiente sereno, con pochi stimoli, e adottiamo una posizione comoda: creiamo condizioni favorevoli affinché la pratica possa essere fruttuosa.

Una visione realistica

Aspettative di progresso non lineare

È più realistico pensare che la nostra pratica avrà un andamento non lineare, ci saranno periodi alti e periodi bassi, ma se pratichiamo in modo consistente, possiamo rendere gli alti sempre più alti, e i bassi sempre meno bassi.

Quindi, anziché aspettarci un progresso lineare, possiamo immaginare una tendenza verso una maggiore calma e non-reattività, sempre in relazione al contesto.

E le esperienza profonde? sono indice di progresso?

Praticando, possiamo vivere esperienze profonde e bellissime, talvolta accompagnate da stati mentali molto positivi.

È importante, però, ricordare che questi stati mentali e queste esperienze sono transitori. Ciò che conta davvero è l’effetto che queste esperienze profonde producono nel lungo termine.

Soffro meno?

L’esperienza profonda mi ha aiutato a comprendere meglio la mia natura umana e a soffrire di meno?

Questa è la domanda che possiamo porci per valutare se stiamo davvero “progredendo”.

Dobbiamo però ricordare sempre che questa è una pratica in cui non si tratta di “progredire”, ma piuttosto di “abbandonare”.


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